FEDERICO GARCÍA LORCA
VERLAINE
La canzone,
che mai dirò,
si è addormentata sulle mie labbra.
La canzone
che mai dirò.
Sulla madreselva
c'era una lucciola
e la luna pungeva
con un raggio l'acqua,
Allora sognai
la canzone
che mai dirò.
Canzone piena di labbra
e di alvei lontani.
Canzone piena di ore
perdute nell'ombra.
Canzone di stella viva
sopra un perpetuo giorno.
(da Libro de poemas, 1921 – Traduzione di Patrizio Sanasi)
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Più che un “ritratto con ombra” di Paul Verlaine, come indicato dallo stesso Federico García Lorca, è un’incisione ottenuta con vaghe parole, un disegno con pochi tratti, di quelli che il poeta spagnolo era solito realizzare: ed è in effetti quasi un autoritratto, visto che al “languido Verlaine” Federico si era paragonato in una lettera del 1921 all’amico Adrián Del Valle: “il meraviglioso Verlaine porta in sé un giglio impossibile da innaffiarsi, e io mostro agli occhi ingenui che mi guardano una rosa rossa rossa”.
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FRÉDÉRIC-AUGUSTE CAZALS, "IL PLEUR DANS MON COEUR"
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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta è il medium /
della Natura /
che spiega la sua grandezza /
con delle parole.
FEDERICO GARCÍA LORCA, Poema del cante jondo
Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936), poeta e drammaturgo spagnolo). Voce tra le più originali del Novecento spagnolo, amico di Salvador Dalí e Luis Buñuel, partecipò ai vari tentativi modernisti, specialmente impressionisti. Morì durante i primi giorni della guerra civile, fucilato dai franchisti.
...come acqua che scorre che lascia la sua traccia.
RispondiEliminaP.s..non ci crederai ieri sera ho cominciato "cent'anni di solitudine" che non ho Mai letto.
Ciao Vania
Ciao, Vania
RispondiEliminaCent'anni di solitudine è complicato ma bellissimo. Il mio preferito di García Márquez insieme a "L'amore ai tempi del colera", che ti consiglio.