Il poeta indiano Shamsur Rahman Faruqi è morto di Covid-19 nella sua casa di Allahabad il giorno di Natale. Figura predominante del Modernismo in lingua urdu, aveva 85 anni. “La figura più alta nel mondo dell’urdu” ha dichiarato il critico teatrale Anis Azmi, “la sua morte lascia un vuoto che non può essere colmato”.
Esperto di prosodia classica, ha introdotto nella letteratura urdu nuovi canoni, assorbiti dalla cultura occidentale e adattati all’estetica araba, persiana e urdu. Progressista, ha scritto della vita degli indiani musulmani attraverso i secoli. Pur consapevole della necessità delle minoranze di conservare la propria identità, ha condannato l’uso del burka, del hijab e della calotta indossata dai conservatori.
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RUBA’I IV
Sono filo spinato, diventerei
una foglia d’oro.
Sono un arido pascolo, diventerei
occhi fluenti.
Sarei immortale
se potessi baciare
la lieve cicatrice di una vecchia ferita
sul tuo ginocchio.
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SENZA TITOLO
Al timido profumato orecchio della notte
lei sussurrò: Quello, quello che è lontano
eppure luminoso davanti a me come il mio cuore
quello che pulsa come una minuscola spina
nelle piante dei miei piedi, nelle guance rosate
dei palmi delle mie mani
quello che è come una pioggia sfuggente sul pascolo del mio corpo
Lui che con il desiderio assassino dei suoi occhi
non mi dà tregua, mi rende impaziente
come chi spera di vedere
un fiore invisibile. Lui
arriva stasera
Ma lui non arrivò neanche quella notte
Come potrebbero i polsi rotti sostenere
tutti quei sogni, tutte quelle promesse,
tutti quei giuramenti di incontrarsi di nuovo?
Come potrebbero gli occhi vitrei
trattenere la forma ardente e tumultuosa,
quelle labbra luccicare
di sangue bollente?
La notte buia non ha visto
niente. E niente ha ascoltato.
Le sue orecchie delicate e i suoi occhi offuscati
non hanno udito o veduto alcun male.
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LA FRASE DEL GIORNO
È triste che la lingua sia diventata uno strumento di proprietà ed egemonia; non il filo che unisce le persone.
SHAMSUR RAHMAN FARUQI
Shamsur Rahman Faruqi (Azamgarh, 30 settembre 1935 – Allahabad, 25 dicembre 2020), poeta, critico e traduttore indiano di lingua urdu. Maggiore figura del Modernismo, introdusse nella letteratura urdu canoni occidentali, adattandoli all’estetica letteraria araba, persiana e indiana.
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