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giovedì 10 dicembre 2020

I vaghi fianchi del tempo


JAIME GARCÍA TERRÉS

SARTIAME

Sistemo i miei dolori come posso, vado di fretta.
Li metto nelle tasche o li nascondo scioccamente
sotto la pelle dentro le ossa;
alcuni, un bel po’
vagano sparsi per il sangue,
rosse rabbie improvvisamente in malora.
Tutto perché non ho un posto per ogni cosa;
tutto per colpire i vaghi fianchi del tempo
con speroni che non conoscono calma o respiri.

(da I regni combattenti, 1961)

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“Le parole che ho detto, i canti che ho misurato / sono stati verità per un istante, poi più nulla”: il poeta messicano Jaime García Terrés è alla ricerca del senso del tempo, e se ne va come un Don Chisciotte contro i mulini a vento lottando contro la degradazione della realtà e la banalità del quotidiano.

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VLADIMIR KUSH, "IL FILO DELLA VITA"

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LA FRASE DEL GIORNO
Cos'è la poesia? Più che qualcosa che dia significato, qualcosa che dà un nome a ciò che non lo ha.
JAIME GARCÍA TERRÉS




Jaime García Terrés (Città del Messico (24 maggio 1924 – 29 aprile 1996), poeta editore, saggista, traduttore e diplomatico messicano. Direttore del Fondo di Cultura Economica, fu ambasciatore in Grecia dal 1965 al 1968. La sua opera indaga la banalità del vivere quotidiano. Tradusse Eliot, Pound, Yeats, Benn e Hölderlin.


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