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lunedì 21 dicembre 2020

Due poesie per l’inverno


Oggi alle 11.02 comincia l’inverno, stagione fredda che porta però la luce e non a caso comincia con le feste di Natale che con il cristianesimo soppiantarono i Saturnalia degli antichi Romani. Ho scelto due poesie per raccontare il freddo e la neve: un bozzetto, quasi una natura morta, in dialetto triestino di Virgilio Giotti; e un componimento giovanile di Antonio Porta, che allora si firmava con il suo vero nome, Leo Paolazzi.

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FOTOGRAFIA © DAVIS TREE SERVICES


VIRGILIO GIOTTI

INVERNO

Dei purziteri,
ne le vetrine,
xe verduline
le ulive za;

ghe xe le renghe
bele de arzento;
e sùfia un vento
indiavolà:

cativo inverno
ècote qua!


Nelle vetrine
dei salumieri
sono già verdoline
le olive;

ci sono le belle
aringhe d'argento;
e soffia un vento
indiavolato:

inverno cattivo,
eccoti qua!

(da Caprizzi, canzonete e stòrie, Edizioni di Solaria, 1928)

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LEO PAOLAZZI (ANTONIO PORTA)

INVERNO RINSECCHITO

Inverno rinsecchito
sotto sparse gelide nevi,
tra i cipressi e le case segnate dagli anni,
aggrappate a colline pietrose,
inverno del mio primo bacio,
con poche parole in accenno,
taciturno come i tuoi alberi senza fronde
e il volo breve timoroso del passero.

Stagione assorta
dove parlavo del vento
e le carezze di lei
intimorite, con le mani fredde,
con il cielo limpido
chiaro sopra di noi.

(da Calendario, Schwarz,1956)

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LA FRASE DEL GIORNO
Impara nella semina, insegna nel raccolto, ed in inverno godi.
WILLIAM BLAKE, Il matrimonio del Cielo e dell’Inferno




Virgilio Giotti, pseudonimo di Virgilio Schönbeck (Trieste, 15 gennaio 1885 – 21 settembre 1957), poeta italiano. Le sue opere, molte delle quali in dialetto triestino, con toni pascoliani e crepuscolari dipingono con delicatezza ed eleganza un quadro di affetti e di persone.


Antonio Porta, pseudonimo di Leo Paolazzi (Vicenza, 9 novembre 1935 – Roma, 12 aprile 1989), scrittore e poeta italiano. Attivo nell'editoria, redattore di riviste e membro del Gruppo 63, fu presto noto come uno dei novissimi. La sua poesia, distintasi per l'iniziale oltranza innovatrice si è poi orientata verso toni più affabilmente comunicativi.


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