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mercoledì 4 novembre 2020

Diane di Prima


Il 25 ottobre scorso a San Francisco se n’è andata anche Diane di Prima, una delle ultime esponenti ancora in vita della Beat Generation: fu la prima a portare il tocco femminile e femminista in quella congrega di poeti rivoluzionari – Loba, la sua opera più nota, fu una sorta di risposta al celebre Urlo di Allen Ginsberg. Nata a New York nel 1934, si era fatta conoscere al Greenwich Village ed era entrata nella comunità psichedelica di Timothy Leary, per poi trasferirsi nel 1970 a San Francisco, città di cui fu Poeta Laureato nel 2009. DI lei, nell’introduzione alla sua raccolta di esordio, Lawrence Ferlinghetti scrisse: “Ecco un suono mai visto prima. La voce è grintosa. L’occhio gira. Il cuore è dentro”.

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DIANE DI PRIMA NEGLI ANNI ‘50

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LETTERA RIVOLUZIONARIA #1

Ho appena capito che il premio sono io
non ho altro
denaro per riscatto, nient’altro da spezzare o scambiare che la vita
il mio spirito dosato, frammentario, sparso
sul tavolo della roulette, ripago quanto posso
nient’altro da ficcare sotto il naso del maitre de jeu
nulla da spingere fuori dalla finestra, niente bandiere bianche
questa carne è tutto ciò che ho da offrire, fare il gioco con
questa testa qui e ora, e quello che vien dietro, la mia mossa
mentre strisciamo sopra questo bordo, proseguendo sempre
(si spera) fra le righe.

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CANZONE

Il tempo
ha mangiato la mia innocenza come un pistacchio
l’amore se n’è andato con la mia fiducia
o nobile primo amore
                                             tutto verde limo
cosa hai fatto della mia risata
cosa hai fatto dei soldi che ti davo al venerdì
e dei buchi nelle mie scarpe?

(da Poesia degli ultimi americani, Feltrinelli, 1995 – Traduzione di Fernanda Pivano)

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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta è l’ultima persona che sta dicendo la verità quando nessun altro osa.
DIANE DI PRIMA




Diane di Prima (Brooklyn, New York, 6 agosto 1934 – San Francisco, California,  25 ottobre 2020), poetessa statunitense appartenente alla Beat Generation. Artista e insegnante, la sua poesia mescola il flusso di autocoscienza e l’attenzione formale, unendo politica e pratica spirituale buddhista.


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