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martedì 10 novembre 2020

D’altro non vi sono segni


MARIO LUZI

COME DEVE

Che vuoi che vieni da così lontano
ed entri a volo cieco nella nebbia
fin qua dove gli uccelli anche di nido
da ramo a ramo perdono la traccia?

La vita come deve si perpetua,
dirama in mille rivoli. La madre
spezza il pane tra i piccoli, alimenta
il fuoco; la giornata scorre piena
o uggiosa, arriva un forestiero, parte,
cade neve, rischiara o un’acquerugiola
di fine inverno soffoca le tinte,
impregna scarpe ed abiti, fa notte.

È poco, d’altro non vi sono segni.

(da Onore del vero, 1957)

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Mario Luzi dipinge un paesaggio di nebbie dove è difficile leggere le cose, interpretare il mondo: la donna che vi compare come un viandante, una figura passeggera che entra improvvisa nel flusso del vivere rappresentato dalla madre che nutre i piccoli e cura che stiano al caldo, è una messaggera, un essere che illumina quei pochi segni da decifrare: “o almeno così pare, / almeno così il cuore è pronto a credere”.

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VREL JACOBUS, “DONNA ACCANTO AL CAMINO”

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LA FRASE DEL GIORNO
È incredibile ch'io ti cerchi in questo / o in altro luogo della terra dove / è molto se possiamo riconoscerci. / Ma è ancora un'età, la mia, / che s'aspetta dagli altri / quello che è in noi oppure non esiste.
MARIO LUZI, Primizie del deserto




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.


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