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lunedì 12 ottobre 2020

Lo spigolo d’una gronda


FRANCO FORTINI

LA GRONDA

Scopro dalla finestra lo spigolo d’una gronda,
in una casa invecchiata, ch’è di legno corroso
e piegato da strati di tegoli. Rondini vi sostano
qualche volta. Qua e là, sul tetto, sui giunti
e lungo i tubi, gore di catrame, calcine
di misere riparazioni. Ma vento e neve,
se stancano il piombo delle docce, la trave marcita
non la spezzano ancora.

Penso con qualche gioia
che un giorno, e non importa
se non ci sarò io, basterà che una rondine
si posi un attimo lì perché tutto nel vuoto precipiti
irreparabilmente, quella volando via.

(da Una volta per sempre, Mondadori, 1963)

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C’è una vena distruttiva nella poesia di Franco Fortini, la percorre sottotraccia in perenne lotta con la Storia: in questi versi in cui protagonista è la gronda di un tetto che lentamente si disgrega, spicca nella lenta evoluzione del tempo il punto dove è possibile che si verifichi un cedimento, in una continua tensione rivolta verso il futuro.

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FOTOGRAFIA © PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Ma il più distrutto destino è libertà.
FRANCO FORTINI, Foglio di via




Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.


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