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giovedì 22 ottobre 2020

La parola “colibrì”


RAYMOND CARVER

COLIBRÌ

per Tess

Fai conto che io dica estate,
scriva la parola “colibrì”,
la metta in una busta,
la porti giù per la discesa
fino alla buca. Quando tu aprirai
la lettera, ti verranno in mente
quei giorni e quanto,
ma proprio tanto, ti amo.

(Hummingbird, da Il nuovo sentiero per la cascata, 1989, in Orientarsi con le stelle, Minimum fax, 2013 - Traduzione di Riccardo Duranti e Francesco Durante)

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«Nancy guarda» dissi «c’è un colibrì». Ma il colibrì volò via in quel momento e Nancy disse «Dove? Non lo vedo». «Era qui solo un minuto fa» dissi »Guarda, eccolo. Un altro, penso. Un altro colibrì». Guardammo il colibrì finché la cameriera portò la nostra ordinazione e il colibrì volò via al movimento e sparì dietro gli edifici”. Questa scena, da “Se hai bisogno, chiama” è il prodromo della poesia di Raymond Carver. Il colibrì assume quindi per il poeta e la sua compagna Tess Gallagher la funzione di chiave del ricordo, la simbologia dell’amore.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPER CAVE
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LA FRASE DEL GIORNO
Ma voi non sapete che cos’è l’amore / Non lo sapete perché non siete / mai stati innamorati è chiaro.
RAYMOND CARVER, Voi non sapete che cos’è l’amore




Raymond Clevie Carver Jr. (Clatskanie, Oregon, 25 maggio 1938 - Port Angeles, Washington, 2 agosto 1988), scrittore, poeta e saggista statunitense. Maestro della narrativa breve, mette in scena gente comune, spesso disperata. La sua opera, concentrata sulla vita quotidiana, è espressa con un voluto linguaggio ordinario e minimale.


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