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lunedì 27 luglio 2020

Sotto l’azzurro


CHARLES BAUDELAIRE

MOESTA ET ERRABUNDA

Dimmi, Agathe, qualche volta non ti vola via il cuore,
via dall'oceano nero dell'immonda città,
verso un diverso oceano acceso di splendore,
più chiaro, azzurro e fondo della verginità?
Dimmi, Agathe, qualche volta non ti vola via il cuore?

Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni!
Da qual demone ha avuto l'incarico sublime
di cullarci, arrochito cantante che accompagna
dei burberi venti l'organo smisurato?
Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni!

Treno, portami via! rapiscimi, vascello!
Va' lontano! qui il fango dei nostri pianti è intriso.
- Non è vero che a volte il triste cuore
d'Agathe dice: Ai rimorsi, ai crimini, ai dolori,
treno, portami via, rapiscimi, vascello?

Ah! come sei lontano, paradiso d'odori
dove sotto l'azzurro non c'è che amore e gioia,
dove è degna d'amore ogni cosa che s'ama
e nel puro piacere annega il cuore!
Ah! come sei lontano, paradiso d'odori!

Ma il verde paradiso degli amori infantili,
le corse, i baci, i fiori raccolti, le canzoni,
i violini che vibrano di là dalla collina
e a sera, sotto gli alberi, il vino nei boccali
- ma il verde paradiso degli amori infantili,

così innocente e colmo di piaceri furtivi,
già è più lontano dunque dell'India e della Cina?
Possiamo richiamarlo con i nostri lamenti,
può dargli nuova vita una voce argentina,
paradiso innocente di piaceri furtivi?


(Moesta et errabunda, da I fiori del male, 1857 – Traduzione di Giovanni Raboni)

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Charles Baudelaire prospetta alla “malinconica e vagabonda” Agathe un altrove, un mondo che forse neppure esiste, un luogo utopico che è ciò che rimane dell’innocenza dell’infanzia, un mare azzurro lontano dalla grigia città e dal suo spleen, un paradiso perduto, quel luogo che già altrove il poeta francese aveva evocato: “I soli declinanti / rivestono i campi, / i canali, l'intera città / di giacinto e d'oro; / il mondo s'addormenta / in una calda luce. // Laggiù tutto è ordine e bellezza, / lusso, calma e voluttà”.

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FOTOGRAFIA DA INSTAGRAM

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LA FRASE DEL GIORNO
Noi vogliamo, per quel fuoco che ci arde nel cervello, tuffarci nell'abisso, Inferno o Cielo, non importa. Giù nell'Ignoto per trovarvi del nuovo.
CHARLES BAUDELAIRE, I fiori del male




Charles Baudelaire (Parigi, 7 aprile 1821 - 31 agosto 1867), poeta francese, considerato il padre del Simbolismo. Dopo un viaggio in Oriente, trascorse quasi tutta la vita a Parigi in un alternanza di droghe, alcool, disordini e aspirazioni ideali. La sua poesia verte sull'uomo, le sue cadute e i suoi tentativi di rialzarsi tra spleen e ideale.


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