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sabato 20 giugno 2020

Le spighe d’oro vivo


ORESTE FERRARI

CANICOLA

Oggi la mia felicità è l’allodola
che nell’incendio
del mattino estivo
dagli abissi del
cielo versa il rivo
fresco e giulivo del suo
canto,
mentre la terra par che dorma, e intanto

tutto matura, ed io riposo accanto
alla schiera che miete
grave le spighe d’oro
vivo
e le vespe irrequiete
ingannano la sete

con il sangue degli ultimi papaveri.

(da Poesie, Tallone, 1956)

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Con il solstizio di giugno, quando il sole raggiunge la sua più alta declinazione positiva, ha inizio l’estate nell’emisfero boreale: in questo 2020 sarà stasera alle 23.44. È la stagione che molti prediligono, forse per quel suo segnare l’apice dell’anno e della forza della natura, per le giornate di sole e le vacanze. Il poeta trentino Oreste Ferrari si crogiola in questa calda felicità in un campo di grano durante la mietitura.

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ALFRED GLENDENING, "RIPOSANDO DALLA MIETITURA"

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LA FRASE DEL GIORNO
Giacere qualche volta sull’erba in un giorno d’estate ascoltando il mormorio dell’acqua, o guardando le nuvole fluttuare nel cielo, è difficilmente uno spreco di tempo.
JOHN LUBBOCK





Oreste Ferrari (Locca di Ledro, oggi Bezzecca, 5 maggio 1890 – Bellinzona, Svizzera, 10 febbraio 1962) poeta italiano. Irredentista, amico di Cesare Battisti, nel 1914 fuggì in Italia e si arruolò. La sua attività poetica, di natura essenzialmente romantica,  è legata alla terra natia e a un’esistenza segnata dalla tragica scomparsa della moglie e dei figli negli anni della seconda guerra mondiale.


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