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lunedì 25 maggio 2020

Il mantello sulla testa


WALLACE STEVENS

DELLA SUPERFICIE DELLE COSE

I

Nella mia stanza, il mondo è oltre la mia comprensione;
ma quando cammino vedo che consiste
in tre o quattro colline e una nuvola.


II

Dal mio balcone, studio l'aria gialla,
leggendo dove ho scritto
«La primavera è come una bella donna che si spoglia».


III

L'albero d'oro è blu.
Il cantore si è messo il mantello sulla testa.
La luna è nelle pieghe del suo mantello.


(Of the Surface of Things, da Harmonium, 1923)

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Il poeta statunitense Wallace Stevens sin dalla sua prima raccolta Harmonium indaga  con raffinata eleganza il rapporto tra la realtà e l’immaginazione, tra il mondo oggettivo e la fantasia. E se la prima strofa appartiene appunto a quel mondo reale, a un panorama di colline e cielo, la seconda lo supera saltando nel territorio dell’immaginazione, della poesia, capace di vedere quello che è “oltre la mia comprensione”. La terza strofa è quindi una summa delle prime due: è il cantore, ovvero il poeta, che oscura il mondo reale con il mantello pieno di stelle della fantasia.

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EDWARD HOPPER, "COLLINE, SOUTH TRURO, 1930"

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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta guarda il mondo come un uomo guarda una donna.
WALLACE STEVENS




Wallace Stevens (Reading, Pennsylvania, 2 ottobre 1879 – Hartford, Connecticut, 2 agosto 1955) è stato un poeta statunitense. Laureato ad Harvard, avvocato dal 1904, lavorò per una compagnia di assicurazioni. Espressione tra le più alte del Modernismo, nei suoi versi risaltano  l'immaginazione e lo spessore metaforico del linguaggio.

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