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mercoledì 22 aprile 2020

Cose leggere e vaganti


UMBERTO SABA

RITRATTO DELLA MIA BAMBINA

La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: «Babbo
– mi disse – voglio uscire oggi con te».
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.


(da Cose leggere e vaganti, 1920)

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La guerra è finita da due anni ormai, il poeta triestino Umberto Saba, superata la crisi coniugale con la moglie, ha aperto una libreria antiquaria e vive un periodo relativamente tranquillo: può pensare agli affetti, può pensare a quelle “cose leggere e vaganti” che di fronte alle difficoltà permettono di sopravvivere, come la frase della bambina che smuove l’emozione del padre e lo fa pensare a immagini leggere e cristalline.

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JOHN DUNCAN, "BABA E BILLY"

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LA FRASE DEL GIORNO

Il poeta è un bambino che si meraviglia delle cose che accadono a lui stesso, diventato adulto.
UMBERTO SABA, Scorciatoie e raccontini




Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta italiano tra i massimi del ‘900. Di famiglia ebraica, fu avviato agli studî commerciali, e fu per lunghi anni direttore e proprietario di una libreria antiquaria a Trieste. La sua poesia, quasi intimo diario e confessione, indaga le cose ultime, la donna, l’amore, il senso atavico del dolore. La sua opera è raccolta nel Canzoniere.


3 commenti:

  1. Dopo la devastazione di una guerra e prima di quell'altra... chissà se lo sapevano, che era solo una tregua?

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  2. Nei primi anni probabilmente no, con l'insorgere dei nazionalismi e della crisi economica probabilmente se ne resero conto.

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  3. Straziante: la seconda volta fa più male.

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