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sabato 21 marzo 2020

Perché sempre ci sia una poesia


TÀKIS SINÒPOULOS

TU E LA POESIA

Torni e ritorni in questo salone
tanto nuda che ti guardano tutti.
Tormenti le poltroncine come se tormentassi il colpevole.
Ti dico di soffocare dentro di te questi uccelli selvaggi
ma tu li rimetti in libertà.
Ti rabbuia la tua afflizione
e vieni qui.
Da tempo torni e ritorni.
Risplendono le tue ginocchia nel salone.
Con le mie lacrime ti lavo le mani e le ascelle.
Ti lavo i piedi fino alle montagne.
Per vestirti ti regalo la mia voce più calda.
Ma tu te ne vai
come sei venuta
nuda
perché sempre ci sia una poesia
che parli
di te.


(da La notte e il contrappunto, 1959)

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“Perché sempre ci sia una poesia”: utilizzo questo verso del poeta greco Tàkis Sinòpoulos per celebrare questa Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’UNESCO per promuoverne la lettura, la scrittura, la pubblicazione e l’insegnamento. E allora, in questo particolarissimo 2020, dalle nostre quarantene imposte dal CoVid-19, urliamo «Viva la Poesia!»

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LA FRASE DEL GIORNO
Compii lo sforzo volto a trovare la poesia – volto a trovare l’ineffabile conoscenza
concreta, singolare, intima di me stesso.
CARLES RIBA, Elegie di Bierville




Tàkis Sinòpoulos (Pyrgos, 17 marzo 1917 – Atene, 25 aprile 1981) poeta greco della cosiddetta “Generazione del dopoguerra”. Medico, fu anche un valente pittore. La sua opera subisce l’influenza del periodo storico vissuto dalla Grecia: la dittatura di Metaxas, l’occupazione, in cui fu prigioniero degli italiani, la guerra civile, la dittatura dei colonnelli.


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