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giovedì 19 marzo 2020

Il padre e il bambino


KARMELO C. IRIBARREN

TEMPORALE ESTIVO

Si tengono per mano
in silenzio,
sotto i portici.

Il bambino guarda l’altalena,
molto triste,
sotto la pioggia,
e non capisce.

Il padre guarda il bambino:
è la vita, figlio mio
- vorrebbe potergli dire -,
ed è appena cominciata.


(da La frontiera e altre poesie, 2005)

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In questo tempo di quarantena e coronavirus passano in cavalleria anche le feste e le giornate dedicate. Ma un pensiero a tutti i padri – quelli magari lontani dai figli perché separati da questa contingenza – è doveroso: lo facciamo con questi versi del poeta basco Karmelo C. Iribarren.

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ACQUARELLO DI CLAUDIA TREMBLAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Anche il più turbolento, il più violento, il più ribelle dei figli è tale solo con l'espressa autorizzazione del padre, ed è il padre che, per una ragione a lui ignota, ha bisogno di quel sobillatore, di quella spina piantata nel cuore della famiglia, e cioè di quel focolaio di opposizione grazie a cui vengono smentite tutte le categorie semplicistiche della volontà e del carattere.
MURIEL BARBERY, Estasi culinarie




IribarrenKarmelo C. Iribarren (San Sebastián,  19 settembre 1959), è un poeta spagnolo, autodidatta. Associata al “realismo sporco” di Bukowski e Carver, in realtà la sua è una poesia più minimale, molto spesso frutto di osservazione della strada e dei bar, che l’ha fatta definire “realismo pulito” e “poesia di esperienza”. Tra le sue raccolte poetiche Serie B, Dal fondo del bar, Ondata di gelo, Attraversando la notte, La pelle della vita.


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