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sabato 8 febbraio 2020

La sua ragione d’essere


ALFONSO GATTO

LA PANCHINA DI VAN GOGH

Capiterà l’errante col suo forte
spessore di capelli, il viso stretto
per gli occhi vuoti, le due mani attorte.
Le scatole veementi del colore
gli frusteranno l’albero del petto,
pugno di scaglie al prendere del fuoco
che lo divampa.
                              L’allegria del gioco
irrompe ad accerchiarlo perché sale
tutto il dolore al vertice del male,
ai grandi spazi della mente, al sole
delle prime parole.
Ora ascolta ammansito dal fragore,
albero e vento: come una foresta,
la sua fatica, e questa calma nuova
che lo sorprende a mettere la testa
sul braccio, sul profilo dell’amore.
Così dipingerà prova su prova
la sua ragione d’essere nel fiore,
nel seme, nella terra, nella morte.


(da Rime di viaggio per la terra dipinta, 1969)

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Il poeta salernitano Alfonso Gatto era anche pittore, tanto che Rime di viaggio per la terra dipinta è una raccolta di poesie sulle sue stesse opere pittoriche, di stile chiarista. Tra queste risalta una panchina con un grande albero alle spalle, omaggio a Vincent Van Gogh, colto a ritrarre una delle panchine del giardino nell’ospedale di Saint-Remy de Provence, dove si esiliò volontariamente tra il 1889 e il 1890. Nel dipinto del fiammingo quel fuoco che lo brucia dentro passa naturalmente anche nelle pennellate, diventa un mare di lava che inghiotte gli alberi e la panchina.

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VINCENT VAN GOGH, “PANCHINA DI PIETRA NELL’OSPEDALE DI SAINT-REMY”

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LA FRASE DEL GIORNO
La meraviglia - gridala - è del cielo / aperto a dirsi cielo dentro il cielo.
ALFONSO GATTO, Rime di viaggio per la terra dipinta





Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.

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