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martedì 26 novembre 2019

Tutti i poeti erano byroniani


WENDY COPE

CANZONCINA PER I POETI

Per me tutti i poeti erano byroniani,
perversi, un po’ pericolosi e strani.
Poi ne incontrai qualcuno. È buffa la realtà:
l’acqua tonica liscia è più frizzante,
un piano-pensionati è più rassicurante.
Eppure ti assicuro, non molto tempo fa
Per me tutti i poeti erano byroniani,
perversi, un po’ pericolosi e strani.


(da Guarire dall’amore, Crocetti, 2012 – Traduzione di Silvio Raffo)

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Con la straordinaria leggerezza poetica e quella pennellata di ironia con qui rifinisce i suoi versi, la poetessa inglese Wendy Cope definisce i poeti grazie a questo triolet – ovvero una particola forma fissa di poesia in cui i primi e i due ultimi versi risultano uguali e in rima baciata-, i poeti dunque appaiono spesso persone normali, non emergono tra la folla salvo rari casi come il citato Byron dalla giovinezza burrascosa.

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FOTOGRAFIA DI HENRI CARTIER-BRESSON


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LA FRASE DEL GIORNO
La cosa interessante è che non incontri spesso un poeta che non ha il senso dell'umorismo ma alcuni di loro lo tengono fuori dalle poesie perché hanno paura di essere visti come autori di versi leggeri.
WENDY COPE




Wendy Cope (Erith, 21 luglio 1945) è una poetessa britannica. Lettrice di Storia al St. Hilda’s College, ha esordito nel 1986 con Preparando una cioccolata per Kingsley Amis, facendosi notare per l’ironia e l’arguzia delle sue poesie.

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