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mercoledì 13 novembre 2019

Quanto fosse alto


REINER KUNZE

IL MURO

Quando l’abbiamo abbattuto non immaginavamo
quanto fosse alto
dentro di noi


C’eravamo abituati
al suo orizzonte


E all’assenza di vento

Alla sua ombra nessuno
gettava ombra


E ora siamo qui
spogli di giustificazioni


Per il 3 ottobre  1990.

(da Un giorno su questa terra, 1998 – Traduzione di Anna Chiarloni)

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È di qualche giorno fa la ricorrenza del trentennale della Caduta del Muro di Berlino: a noi che allora assistemmo davanti alla televisione alla sbornia collettiva che aveva preso i berlinesi riversatisi per le strade apparve subito chiaro che il mondo sarebbe cambiato. In meglio, pensavamo. In realtà molte luci e molte ombre si sono succedute a quelle giornate novembrine del 1989 e a quell’ottobre in cui i berlinesi dell’est gridavano in piazza “Noi siamo il popolo!” e altri muri si sono poi edificati in varie parti del mondo. Il poeta tedesco Rainer Kunze aveva vissuto fino al 1977 dall’altra parte del Muro, nella Repubblica Democratica che di democratico aveva solo il nome: osteggiato dal regime comunista era riuscito a trasferirsi all’Ovest. In occasione della riunificazione tedesca, altro momento storico, che sarebbe avvenuta undici mesi dopo, il 3 ottobre 1990, Kunze scrisse questi versi a rappresentare quanto quell’ingombrante presenza non fosse solo fisica ma anche mentale.

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DUE BERLINESI DELL’OVEST A COLLOQUIO CON PARENTI RIMASTI ALL’EST - FOTOGRAFIA DAL WEB

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LA FRASE DEL GIORNO
I muri nella mente spesso resistono più a lungo di quelli realmente costruiti.
WILLY BRANDT, Awake!, 22 dicembre 1991




Reiner Kunze (Oelsnitz, 16 agosto 1933) è un poeta tedesco. Cresciuto nella Repubblica Democratica fu ostacolato dal regime per le sue idee liberali: lasciò l’insegnamento e fu costretto a dedicarsi a lavori manuali. Nel 1977 si trasferì nella Repubblica Federale, a Passau, dove tuttora vive.

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