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lunedì 16 settembre 2019

In un’acqua innocente


JORGE DEBRAVO

APPUNTO INTERIORE

Oggi la mia vita non ha peso:
è vento, meno del vento, meno
di un raggio di luce.
                              Adesso nessuno
mi può gravare.
Non ci sono risentimenti
                                      terreni nella mia anima.
Il mio sangue è una rossa armonia viva.
Sono in armonia con la brace e la quiete,
con la voce d’amore e la voce della vendetta.

Sembra che le mie mani non esistano, sembra
che il mio corpo nuoti in un’acqua innocente.
Come un vento nudo il mio cuore fluttua
e fa suonare dolcemente le campane.


(da Antología mayor, 1986)

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Una leggerezza, questa espressa dal poeta costaricano Jorge Debravo, che fa pensare a un celebre dipinto di Gustav Klimt, le “Acque correnti”, in cui alcune donne fluttuano libere nella corrente. Un’armonia simile a quella di Saverio Piumatti, protagonista di un poco noto romanzo di Giovanni Arpino, “Il primo quarto di luna”, che sente il suo corpo svanire poco a poco, fino a diventare “fiato che ruscella quale acqua di gioia”.

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FOTOGRAFIA © STOCKSNAP/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
Siamo come una rete. Si avvicinano / vivi pesci di fuoco / e noi / addormentati – / non li vediamo.
JORGE DEBRAVO




Jorge Debravo (Turrialba, 31 gennaio 1938 - San José, 4 agosto 1967), poeta costaricano. Autodidatta, nelle sue poesie si notano influssi di Neruda, Vallejo, Amado Nervo, Bécquer e Whitman. Morì a 29 anni in un incidente di motocicletta mentre si recava al lavoro di ispettore delle assicurazioni.


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