GIORGIO CAPRONI
AH, GIOVINEZZA
Ah, giovinezza,
come fu fragile il vento,
fra i rami, della tua voce.
Le corse, le sassaiole
a picco sulla specchiera
in frantumi dell’acqua – le bocche
trafelate, le risse
per amore, i boschivi
sguardi quasi marini
lampeggianti fra il grano
già biondo. Oh, altezza
mai più raggiunta dal fuoco
del cuore. Ti penso
col mio linguaggio di allora,
ma a freddo, lo sento dal suono
– sul marmo – di moneta falsa.
Oh stanchezza, stanchezza
(da Poesie disperse postume, in L’opera in versi, Mondadori, 1998)
.
La perdita della giovinezza fu ancora più traumatica per la generazione di Giorgio Caproni, in quanto coincise con gli anni della Seconda guerra mondiale. Il poeta livornese ne mette in risalto la fragilità usando l’immagine del vento e quella dell’acqua come uno specchio in frantumi. Ma ne fa spiccare anche l’altezza, la vitalità, le emozioni, che suonano giocoforza false nel ricordo dell’uomo maturo.
.
EDWARD HOPPER, “CORRIDORE FRANCESE DI SEI GIORNI”
.
LA FRASE DEL GIORNO
Il lieve, / lieve trasporto di piume che il cuore / un tempo disse giovinezza.
GIORGIO CAPRONI, Il passaggio di Enea
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