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venerdì 14 giugno 2019

A bere da soli in un bar


JOSÉ MARÍA ÁLVAREZ

ARGENTO VIVO

“Che vita tranquilla faceva la mia famiglia"!
- pensò Gregorio.
                                    Franz Kafka 
                                                      
La volontà e gli appetiti…. ah!
                                     Edmund Burke

Ricordi? Tenevamo
la Luna sul palmo della mano.
Mai più la musica
di quella tettoia della spiaggia
tornerà a farci ballare,
né, senza che noi lo ascoltiamo,
tornerà a frusciare il mondo.
Tornerà tuo marito, non è una brutta persona,
nel suo giardino a cogliere la tua noia,
e il buon calore che arde tra le tue gambe
chi chiamerà?
Quali altre braccia e altri baci
sentirai nel profondo,
e tuo marito e io forse forse finiremo
a bere da soli in un bar,
diventando amici; come è logico
evocarti ci unirà.
Ma ricorda, come ti ho letto io Scott Fitzgerald
nessuno te lo leggerà.


(da Museo delle cere, 1970)

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Un ex amore che rimane nel cuore, che sopravvive ma che intanto continua la sua vita: si sposa, ha un marito e forse lo tradisce. E il poeta spagnolo José María Álvarez si immagina in un bar con il marito della donna che un tempo amò – e che probabilmente ama ancora – quasi come con un amico con cui condivide qualcosa.

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EDWARD HOPPER, “NIGHTHAWKS”

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LA FRASE DEL GIORNO
Contemplando la tua bellezza e il mio desiderio / accetto la vita.
JOSÉ MARÍA ÁLVAREZ, Museo delle cere





José María Álvarez, (Cartagena, 31 maggio 1942) poeta, saggista e narratore spagnolo. È traduttore di Kavafis, Holderlin, Stevenson, Shakespeare, Villon e T.S. Eliot. L'opera principale di Álvarez è Museo delle cere, un lavoro in corso da molti anni nel tentativo di completare un libro unico e onnicomprensivo.


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