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mercoledì 10 aprile 2019

Fichi secchi


EUGÉNIO DE ANDRADE

PIATTO DI FICHI

Anche la poesia è figlia
della necessità –
questa che giunge ora,
un po’ fuori tempo,
non ha più la gioia sincera
del sole sulla bocca;
persa la fresca
perlacea pelle adolescente,
è più simile a quei fichi secchi
messi a seccare per  molti giorni
che d’inverno si trovano sempre
su un piatto
per mangiarli vicino al fuoco.

(da Rente ao dizer, 1992)

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La poesia non è solo espressione quasi immediata di un’emozione o di un sentimento, talvolta – come spiega il poeta portoghese Eugénio De Andrade -  è anche elaborazione, una analisi di ciò che è stato e di ciò che si è provato, come se alla lente del presente il passato possa presentare un differente punto di vista – del resto spesso è necessario allontanarsi per vedere meglio, per ritrovare le cose nella loro visione d’insieme.
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FOTOGRAFIA © MAX PIXEL

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LA FRASE DEL GIORNO
Le parole sono la nostra condanna. Con le parole si ama, con le parole si odia. E, irrisione suprema, si ama e si odia con le stesse parole.
EUGÉNIO DE ANDRADE




Eugénio de Andrade, pseudonimo di José Fontinhas Rato (Fundão, 19 gennaio 1923 – Porto, 13 giugno 2005), poeta e scrittore portoghese, tradusse García Lorca, Borges, Saffo e Ritsos. Della sua opera José Saramago disse che è una "poesia del corpo cui si arriva attraverso una depurazione continua”.


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