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sabato 2 marzo 2019

Un giorno che durò tutta la vita


ALFONSO GATTO

QUI, ALLA PANCHINA DI SOLE

Qui, alla panchina di sole,
la faccia ad occhi chiusi tra le palme,
io t'ascolto venire. Tu potresti
incamminata ad apparirmi avere
il tuo passo di ghiaia, questo sole
di chi passa esitante o siede lieto.
Per tutti giunge sui capelli il nome
della brezza che veste il primo amore,
un giorno che durò tutta la vita.

(da Poesie d’amore, Mondadori, 1973)
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“Un giorno che durò tutta la vita” è quello dell’innamoramento, del primo amore: sono certo che ognuno di noi è in grado di ricordare sin nei minimi particolari quel giorno e quel luogo dove l’incontro avvenne, impossibile è dimenticare (ricordo che vi furono anche alcuni studi scientifici che spiegarono questa persistenza nella memoria come una reazione biochimica). Comunque, meglio della scienza, è la poesia – come questa di Alfonso Gatto – a testimoniare la magia di quell’intensa emozione.
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FOTOGRAFIA © DIMITRI SVETSIKAS/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
”Si torna sempre al nostro primo amore." Può darsi. Ma con scopi ogni volta diversi.
STANISŁAW JERZY LEC





Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.

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