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domenica 27 gennaio 2019

Non è privilegiata memoria


VITTORIO SERENI

DALL’OLANDA: AMSTERDAM

A portarmi fu il caso tra le nove
e le dieci d’una domenica mattina
svoltando a un ponte, uno dei tanti, a destra
lungo il semigelo d’un canale. E non
questa è la casa, ma soltanto
– mille volte già vista –
sul cartello dimesso: “Casa di Anna Frank”.

Disse più tardi il mio compagno: quella
di Anna Frank non dev'essere, non è
privilegiata memoria. Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale
continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre.
Per questo è una e insondabile Amsterdam
nei suoi tre quattro variabili elementi
che fonde in tante unità ricorrenti, nei suoi
tre quattro fradici o acerbi colori
che quando è grande il suo spazio perpetua,
anima che s'irraggia ferma e limpida
su migliaia d'altri volti, germe
dovunque e germoglio di Anna Frank.
Per questo è nei suoi canali vertiginosa Amsterdam.

(da Gli strumenti umani, Einaudi, 1965)
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Una poesia di Vittorio Sereni che non ha bisogno di essere commentata: è la memoria di ciò che fu e che non si dovrà mai dimenticare. Non solo oggi – come sostengo ogni anno – ma ogni giorno. È memoria che si presenta in ogni strada di Amsterdam così come si presenta ancora oggi negli stadi calcistici di mezz’Europa e in cento altre occasioni e ci ordina, con le parole di Primo Levi: “Ricordate che questo è stato”.
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LA FRASE DEL GIORNO
C'è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all'assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l'umanità, senza eccezioni, non avrà subíto una grande metamorfosi, la guerra imperverserà: tutto ciò che è stato ricostruito o coltivato sarà distrutto e rovinato di nuovo; e si dovrà ricominciare da capo.
ANNA FRANK, Diario




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.

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