BARTOLO CATTAFI
I GERANI ASSIEPATI
I gerani assiepati
a mille folgorati;
l’acquaverde rappresa
come una serpe amara;
e tu di carne chiara
ma con un cuore abbrunato
a cavallo del muro accaldato.
(da Le mosche del meriggio, Mondadori, 1958)
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L’occhio del poeta siciliano Bartolo Cattafi è qui come una macchina da presa: lentamente si sposta, zooma, fino a mettere a fuoco improvvisamente l’immagine, che si oggettiva in tutta la sua transitorietà. E così la poesia fissa un momento infinitesimo nel tempo, pochi secondi in cui la bellezza dell’emozione appare nella sua provvisorietà.
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FREDERICK CHILDE HASSAM, “RACCOGLIENDO I FIORI”
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutto quello che passa / per le tue mani / ha una dolce impronta / un senso giusto.
BARTOLO CATTAFI
Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 1922 – Milano, 13 marzo 1979), poeta italiano. La sua poesia spazia sui dilemmi esistenziali con sensibilità di diarista, spesso con uno sguardo metafisico dove sono protagonisti il vuoto e la solitudine. Nei suoi versi il tema del viaggio è una costante metafora del vivere.
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