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venerdì 25 gennaio 2019

Allo scocco del coprifuoco


RAFFAELE CARRIERI

COPRIFUOCO

Una sera fra le sette e le nove
Una sera dell'ultimo inverno
Allo scocco del coprifuoco
Il cielo ha lasciato la terra
Schiodando l'ultimo chiodo.
Una sera fra le sette e le nove
Il cielo fuggì dalla terra
Su un toro di fuoco,
Una sera dell'ultimo inverno
Allo scocco del coprifuoco
Una sera fra le sette e le nove
Il sangue s'apprese alla mota
Allo scocco del coprifuoco.


(da Souvenir caporal, Mondadori, 1946)

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C’è nella raccolta Souvenir caporal, edita da Raffaele Carrieri subito dopo la guerra, una poesia intitolata “Compianto di García Lorca”. E questa “Coprifuoco” riecheggia già nello stile - le ripetute anafore e il richiamo all’ora serale – proprio il grande poeta spagnolo fucilato nel 1937. Ne nasce l’immagine di un cielo straziato, in fuga dagli orrori di quell’infausto decennio appena concluso, proprio come l’avrebbe raccontato García Lorca.
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BILL WOODS, “IL SOGNO DI ELIZABETH”

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LA FRASE DEL GIORNO
Apprendo un altro silenzio / Alla fine del giorno: / La sera attendo / Il tuo ritorno.
RAFFAELE CARRIERI, Stellacuore




Raffaele Carrieri (Taranto, 23 febbraio 1905 – Pietrasanta, 14 settembre 1984), scrittore e poeta italiano. A quattordici anni abbandonò la città natale e viaggiò imbarcandosi come marinaio su bastimenti mercantili. Tornato in Italia fu per due anni gabelliere a Palermo. ”La mia poesia è tutta autobiografica; ispirata a fatti realmente accaduti, a viaggi, a soggiorni in paesi stranieri” scrisse di sé.


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