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martedì 11 dicembre 2018

Le matitine


VALENTINO ZEICHEN

GIOTTO (PASTELLI)

Le matitine erano dodici
pari ai colori dei mesi
portavano scritto il suo nome,
chissà ancora
per quanti secoli a venire.

Per chi coniasse medaglie
e fosse senza idee d'effigie,
sulla scatola è raffigurato di profilo.

Il resto: nelle sembianze di un pastorello
che disegna a carboncino
un agnellino che posa mansueto.

Alle sue spalle la discreta figura di gentiluomo,
quel Cimabue pittore, la cui fama,
in seguito egli avrebbe velato.

Da accorti discepoli di Giovanni Morelli,
il Battista della semiologia pittorica,
non ci pasceremo di alcun dipinto
attribuito a Giotto
senza prima raffrontarne il tratto
all'originale ovino della scatolina.

(da Pagine di gloria, Guanda, 1983)

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È un’immagine che molti di noi – quelli che hanno una certa età - ben conoscono quella ritratta sui pastelli Giotto della Fila e di cui il poeta Valentino Zeichen tesse il panegirico: Giotto bambino copia dal vero una pecora su un masso sotto l’occhio vigile del maestro Cimabue. Un’immagine che è stata ben presente nelle nostre infanzie, che ci accompagnò alle elementari e alle medie ogni volta che dovevamo disegnare – e c’erano anche l’album da disegno, i pastelli a cera e i gessetti Giotto. Per noi, come per l’ironico Zeichen, resterà sempre quello il ritratto del grande pittore fiorentino, così come molte altre cose che si sono impresse nelle nostri menti bambine.

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Fila

FOTOGRAFIA © ANNUNCI VINTAGE

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LA FRASE DEL GIORNO
Gli anni sono come docili / cavalli al pascolo / la cui indolenza ci rassicura, / quando partono all'improvviso / al galoppo numerico
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VALENTINO ZEICHEN, Aforismi d’autunno




ZeichenValentino Zeichen, all'anagrafe Giuseppe Mario Zeichen (Fiume, 24 marzo 1938 – Roma, 5 luglio 2016), scrittore e poeta italiano. La sua prima antologia poetica Area di rigore fu pubblicata nel 1974 con introduzione di Elio Pagliarani, che lo definì “un Gozzano dopo la Scuola di Francoforte, sempre però in un’aura che potremmo definire tra neoliberty e neocrepuscolarismo”.


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