JACOBO REGEN
PAROLE
Ti chiedo solo di ricordare
La luce di quell’alba
Che abbiamo tanto amato.
Ho dissipato con te
Tante parole che credevi
Certe,
Che palpitavano,
Che vivevano
E ho amato in te le mie parole.
Quando ho smesso di amarle,
Ti ho persa.
(da Mondo umbratile, 1971)
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Anche le parole fanno parte di una storia d’amore. C’è un celebre “Controcorrente” in cui Indro Montanelli racconta una relazione attraverso gli incipit delle lettere: "Signora..." "Cara Signora..." "Mia dolce Signora..." "Amore mio..." "Mia maliarda..." "Amore caro..." "Cara Amica..." "Cara Signora..." "Signora..." Il poeta argentino Jacobo Regen le identifica in questo caso con l’amore stesso: non riconoscere più quelle parole come proprie significa non amare più.
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FOTOGRAFIA © MANUEL MEURISSE/UNSPLASH
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LA FRASE DEL GIORNO
Credo che le parole / sono carne e spirito: / tatuaggi sbalzati / a punta di coltello.
JACOBO REGEN, Mondo umbratile
Jacobo Regen (Campo Quijano, 5 gennaio 1935), poeta argentino. Secondo Miriam Fuentes “la sua poesia rappresenta parola e atto, realizza la sintesi coerente limpida e fedele di chi ha visto tutto, di chi profondo e intenso come un pozzo, ha vissuto nella piccola pelle stessa del verso.
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