ELVIRA DAUDET
NON CHIEDERMI
Non saprò mai chi sono stata,
perché ho camminato smarrita per molti anni
inseguendo la tua ombra indecifrabile
in terribili notti oscure,
senza luna, lampioni o lucciole.
Mi svegliavo su rive del mattino
sempre più lontane,
minute e con la luce di tartufo della sera,
e mi alzavo, nonostante la stanchezza,
e inseguivo la musica silvestre del tuo nome.
Aggrappata al desiderio di incontrarti,
per andare più leggera mi sono tolta le scarpe,
mi sono spogliata delle vesti che accorciavano i miei passi,
ho svuotato le ossa del midollo
e ho dimenticato la vita da qualche parte.
(da Quaderno del delirio, Evohé, 2012)
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Un’ossessione amorosa, una ricerca continua che nel corso degli anni spoglia ogni altra emozione, fino a rimanere la purezza dell’osso levigato: la poetessa spagnola Elvira Daudet racconta così il doloroso inseguimento dell’amore (o del disamore?): “Però continuo, senza speranza ma continuo”.
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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia tenta di fissare nel tempo il sentimento che, turbandoci, ci assale all’improvviso, ispirato dalla sofferenza propria o altrui, con cui può identificarsi ogni essere umano.
ELVIRA DAUDET
Elvira Daudet (Cuenca, 1938 - 2 giugno 2018), poetessa e giornalista spagnola. Esordì nel 1959 con Il primo messaggio. Nel 1971 Cronache di una tristezza le valse il Premio González de Lama. Lavorò per ABC e per la televisione nazionale TVE.
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