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martedì 21 agosto 2018

Stella variabile


VITTORIO SERENI

LA MALATTIA DELL’OLMO

Se ti importa che ancora sia estate
eccoti in riva al fiume l’albero squamarsi
delle foglie più deboli: roseogialli
petali di fiori sconosciuti
- e a futura memoria i sempreverdi
immobili.

Ma più importa che la gente cammini in allegria
che corra al fiume la città e un gabbiano
avventuratosi sin qua si sfogli
in un lampo di candore.

Guidami tu, stella variabile, finché puoi…

- e il giorno fonde le rive in miele e oro
le rifonde in un buio oleoso
fino al pullulare delle luci.
                      Scocca
da quel formicolio
un atomo ronzante, a colpo
sicuro mi centra
dove più punge e brucia.

Vienmi vicino, parlami, tenerezza,
- dico voltandomi a una
vita fino a ieri a me prossima
oggi così lontana – scaccia
da me questo spino molesto,
la memoria:
non si sfama mai.

È fatto – mormora in risposta
nell’ultimo chiaro
quell’ombra – adesso dormi, riposa.

                      Mi hai
tolto l’aculeo, non
il suo fuoco – sospiro abbandonandomi a lei

in sogno con lei precipitando già.

(da Stella variabile, Garzanti, 1981)

.

Bocca di Magra, l’estate finisce dolcemente e lentamente, Vittorio Sereni passeggia lungo il fiume mentre gli olmi colpiti dalla grafiosi già perdono le foglie: è una scena che sprofonda nel sogno, è un’onirica visione dai toni danteschi tra stelle e ombre parlanti assunte come guide - stella variabile è la discontinua ispirazione poetica, intermittente come le stelle con le loro fasi. È allora facile riconoscere il paragone tra l’olmo assalito da un fungo parassita e l’uomo preda della memoria.

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Olmi

CHILDE HASSAM, “OLMI, EAST HAMPTON, NEW YORK”

.

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LA FRASE DEL GIORNO
Se l’idea di poesia che ogni poeta porta con sé fosse raffigurabile in uno specchio, noi vedremmo quello specchio assumere di volta in volta tutti i colori possibili, riflettere non un’immagine ma una battaglia d’immagini.
VITTORIO SERENI, Gli immediati dintorni




Vittorio Sereni (Luino, 27 luglio 1913 – Milano, 10 febbraio 1983), poeta italiano, è il capostipite della variante lombarda del novecentismo poetico, detto “Linea lombarda”. Ufficiale di fanteria, viene fatto prigioniero dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra è direttore letterario di Mondadori e cura la prima edizione dei Meridiani.


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