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mercoledì 15 agosto 2018

Emigrati dal tempo


DAVID MARIA TUROLDO

SERA DI FERRAGOSTO

Naviga l’anima
in questa sera
che ha mani abbandonate.
E le finestre guardano
ne l’aria calma:
sulla spalletta
delle vie desolate
sta seduta la Tentazione.

                                       Così
Ti preghiamo, Signore,
dall’olocausto di questo corpo
che si scioglie nell’arsura
alta del mondo, nel compatimento
delle pietre, ne l’abbandono
vicendevole delle strade
ferme nel sogno
di una luce immortale.
Forse questa è l’ora
in cui non esistiamo,
emigrati dal tempo. Restiamo
soli, nel dolce sapore
dei sensi affaticati,
finalmente distesi
in una inattesa fraternità.

(da Io non ho mani, Bompiani, 1948)

.

“Un momento di seduzione del Nulla” dice Luciano Erba dei versi di O sensi miei, raccolta di quarant’anni di poesia di David Maria Turoldo, cui il padre servita risponde appigliandosi al canto del Tutto, a una sorta di laus vitae. Pensieri profondi quelli che ho scelto per questo Ferragosto, come quelli che affronteremo stasera davanti al tramonto sceso ancora un po’ prima, quando rifletteremo che un’estate ormai si può considerare finita, rimanendo sospesi in quella malinconia come “emigrati dal tempo”.

Buon Ferragosto, amici del Canto delle Sirene! Passate una bella giornata di vacanza…

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Sera

FOTOGRAFIA © NESHOM/PIXABAY

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LA FRASE DEL GIORNO
L’estate è quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno.
MARK TWAIN




David Maria Turoldo, al secolo Giuseppe Turoldo (Coderno, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992), presbitero, teologo, filosofo, scrittore e poeta italiano, membro dell'Ordine dei servi di Maria. Fu sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale e religioso della Chiesa, di ispirazione conciliare.


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