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venerdì 26 maggio 2017

La rosa fugace

 

WERNER ASPENSTRÖM

POESIA

La rosa fugace
nella mano fugace,
nella poesia fugace.
Ti siedi con l’alfabeto.
Il gatto è comodo e fa le fusa.
E tu sei seduto tra pile di libri.

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Lo svedese Werner Aspenström vede la poesia come una rosa in una mano che svanisce però velocemente – del resto, il tempo è un ossessione di Aspenström. Il poeta stesso si ritrae nell’atto di comporre, seduto con tutto il suo sapere a disposizione, in una stanza tranquilla.

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Antonov_thumb1

ALEXEI ANTONOV, “ROSA NEL BUIO”

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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è la forza invisibile che ci permette ancora di meravigliarci e di provare stupore per la bellezza del mondo.

ROMANO BATTAGLIA, Incanto




330px-Werner_AspenstromKarl Werner Aspenström (Norrbärke, 13 novembre 1918 – Stoccolma, 25 gennaio 1997), poeta svedese. Membro dell’Accademia Svedese che assegna il Nobel, esordì nel 1949 con Leggenda nevosa. Curiosamente, richiesto delle sue motivazioni per scrivere, rispose: “Scrivo per il mio gatto”.


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