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mercoledì 22 marzo 2017

Tornano le stagioni

 

KENNETH REXROTH

UN’ALTRA PRIMAVERA

Tornano le stagioni, gli anni cambiano
senza bisogno di consigli o aiuto.
Senza pensarci, la luna ha il suo ciclo:
piena, crescente, ancora piena.

La candida luna entra nel cuore del fiume;
le azalee in fiore stordiscono l’aria;
in piena notte una pigna cade a terra;
il nostro bivacco smuore sui monti vuoti.

Acute stelle balenano tra i rami frementi;
il lago è un nero abisso nella notte cristallina;
alta in cielo, l’oscura punta di un picco
innevato taglia in due la Corona Boreale.

Oh, cuore, strano cuore
intransigente e corruttibile, siamo distesi
qui, incantati dalla luce stellare sull’acqua
e questi momenti che dovrebbero essere

eterni ci scivolano accanto insensibili come l’acqua.

(Another Spring, da La fenice e la tartaruga, 1944 – Trad. Francesco Dalessandro)

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Un’altra primavera è qui, seguendo il ciclo delle stagioni: ci stordisce con i suoi profumi, ci meraviglia con i suoi fiori e i suoi tramonti, ci stupisce con le sue stelle nel cielo notturno. Così, in una delle sue escursioni sulla Sierra Nevada, la coglie il poeta statunitense Kenneth Rexroth, seguace dell’attenzione orientale alla natura: “Gli anni sono trascorsi. È primavera / Di nuovo. Marte e Saturno / Presto sorgeranno, bassi a occidente, / Nel crepuscolo”.

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Primavera

FOTOGRAFIA © DESKTOP NEXUS

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando sono uscito / nei prati di primavera / a cogliere violette, / mi sono divertito / così tanto che sono restato fuori tutta notte.
AKAHITO




Kenneth Charles Marion Rexroth (South Bend, Indiana, 22 dicembre 1905 – Santa Barbara, California, 6 giugno 1982), poeta statunitense. Figura centrale nella poesia di San Francisco dal 1930 al 1970, visse attivamente la Beat Generation, verso cui fu critico. Gran parte della sua poesia è d’amore o erotica, influenzata dai lirici greci antichi e da Tu Fu, poeta cinese dell’VIII secolo.

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