Tre poesie per celebrare la primavera, che inizia alle 11.29 con l’equinozio: lo stupore per l’arrivo della nuova stagione di Ángel González, la notazione stagionale e temporale di Alberico Sala, la constatazione della nuova condiscendenza della natura – ma non degli uomini – di Fernando Bandini.
ÁNGEL GONZÁLEZ
ALLA FINESTRA, L’AMORE
Alla finestra, l’amore
vestito di bianco, guarda.
Guarda la sera, che fila
le sue luci e i suoi colori.
La begonia inodore
tende le sue verdi foglie
per guardare cosa guarda
alla finestra, l’amore:
la primavera, comparsa
sul becco di un usignolo.
(da Mondo aspro, 1956)
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ALBERICO SALA
NUNC
Almeno questo è certo, è primavera
da me e da te, nella gola delle primule,
e nel vaso sul davanzale della tua stanza
verboten (anche programmare i giorni).
Al contrario di me che debbo uscire
per vivere dal nunc, spingermi avanti
anche se è dangereux.
Faremo il giro
del mondo, può darsi, per ritrovarci.
22 marzo 1973
(da Chi va col lupo, Rusconi, 1975)
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FERNANDO BANDINI
PRIMAVERA
Il cielo è meno altezzoso:
si piega su noi volentieri,
trasmette nuove regole
mescola azzurro e suoni di clacson.
Chiusi in casa i nemici del poeta
affilano punte
di frecce sul loro display.
(da Santi di Dicembre, Garzanti, Milano 1994)
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutta la primavera! / Fervori dell’istante trafitto di boccioli, / grazia timida e leggera del profumo senza traccia, / carezze che aprono il sesso delle ore.
ERNESTINA DE CHAMPOURCÍN, Cantico inutile
Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12 gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.
Carezze che aprono il sesso delle ore. Illuminante.
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