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giovedì 15 settembre 2016

Le nostre ombre

 

YVES BONNEFOY

UNA PIETRA

Le nostre ombre davanti a noi, sul sentiero,
Avevano colore per la grazia dell’erba,
Esse rimbalzarono contro delle pietre.

E ombre d’uccelli le sfioravano
Gridando, oppure indugiavano, qui dove le nostre fronti
Si chinavano l’una verso l’altra, quasi toccandosi
Per via di parole che volevamo dirci.

(Une pierre, da Le assi curve, 2001)

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Il poeta francese Yves Bonnefoy era un indagatore della parola nel suo divenire, un ricercatore del rapporto tra le parole e le cose. Molte sue poesie hanno per oggetto le pietre – più d’una in effetti si intitola “Una pietra” – ed egli stesso ammette che sono come le lapidi dell’Antologia Palatina: “Permettono d'immaginare le vite che evocano le loro iscrizioni, nel segno di quella verità del tempo che è quanto la poesia deve riconoscere e imparare a far proprio”. Questa pietra, questo attimo nel tempo che è una poesia, trova due innamorati che camminano in un sentiero di sassi tra l’erba e cercano di comunicarsi l’amore.

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Ombre

FOTOGRAFIA © JOANNA MARZEC

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LA FRASE DEL GIORNO
Allungando le braccia si può toccare, / a volte, nella distanza tra due persone / un istante del sogno dell’altra, che non ha fine.
YVES BONNEFOY, Ciò che era senza luce




Yves Bonnefoy (Tours, 24 giugno 1923 – Parigi, 1º luglio 2016),  poeta, traduttore e critico d'arte francese. Le sue poesie affermano la speranza che al linguaggio poetico, non potendo raggiungere la conoscenza della realtà, sia concesso di giungere almeno al "suono del colore in ciò che è".


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