ANTONIO MACHADO
MIO PADRE
Io ho quasi un ritratto
del mio caro padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via.
Mio padre, cacciatore – sulla riva
del Guadalquivir, in un giorno così chiaro! -
-è la canna blu del suo fucile
e il fumo bianco del tiro preciso.
Mio padre nel giardino di casa nostra
mio padre tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, la fronte spaziosa,
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre scrive – caratteri minuscoli -
riflette, sogna, soffre, parla ad alta voce.
Passeggia. Oh, padre mio, ancora
ti vedo e il tempo non ti ha cancellato!
Ormai sono più vecchio di te, padre mio, quando mi baciavi.
Ma nel ricordo
sono ancora il bimbo che tu prendevi per mano.
Tanti anni sono passati senza che ti ricordassi, padre mio!
Dove sei stato tu in tutti questi anni?
13 marzo 1916
(Mi padre, da Los complementarios, 1957)
.
Oggi, festa di San Giuseppe, è la giornata tradizionalmente dedicata ai papà. Idolatrati nell’infanzia, subiti in rapporto conflittuale nell’adolescenza, di solito rivalutati con il passare degli anni, accuditi nella loro vecchiaia e infine rimpianti quando non ci sono più. Ecco una commovente poesia di Antonio Machado (1875-1939), scritta esattamente cento anni fa: ritratto di un padre nel ricordo, nostalgia di un tempo perduto, delle emozioni provate.
Al mio papà ottantenne un abbraccio e tutti gli auguri di questo mondo…
.
FOTOGRAFIA © BLOGLOVIN
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Padre, se anche tu non fossi il mio / padre, se anche fossi a me un estraneo, / per te stesso, egualmente t'amerei.
CAMILLO SBARBARO, Pianissimo
Nessun commento:
Posta un commento