KENNETH REXROTH
UN DIALOGO DI SGUARDI
Lasciati celebrare. Io non
ho conosciuto mai nessuna
più bella di te. Io cammino
al tuo fianco, ti guardo
muoverti al mio fianco, guardo
la quieta grazia della mano
e della coscia, guardo il tuo viso
cambiare espressione per parole
che non dici, guardo i tuoi occhi
severi rivolti a me o a te stessa,
lesti o lenti, pieni di sapienza,
guardo le tue labbra tumide
aprirsi sorridere o farsi serie,
guardo la tua vita sottile,
le natiche superbe nella loro
grazia, cigno che scivola sull'acqua,
un animale libero, come te,
che non si può sottomettere,
ma solo abbandonare, come io
a te, quando ascolto per caso
l'armonioso discorso d'impulso
e d'amore, fiducia e sicurezza
che pronunci mentre giochi
con le nostre bambine o le fai
mangiare. Io non ho conosciuto
mai una più bella di te.
(A Dialog of Watching, da In Defense of the Earth, 1956 – Trad. di Francesco Dalessandro)
.
Il poeta statunitense Kenneth Rexroth aveva una concezione sacra dell’amore: l’essere innamorato consisteva per lui anche in una sorta di conoscenza universale, trascendente, in grado di portare “dall’abbandono al misticismo erotico, dal misticismo erotico al misticismo etico del matrimonio sacramentale, quindi alla realizzazione del misticismo etico della responsabilità universale”. In questa ottica va letta la poesia dedicata a Marthe Larsen, la terza di quattro mogli, sposata nel 1949, che lo abbandonò nel 1956 per il poeta Robert Creely. Perché, come scrisse Henri de Régnier, “L’amore è eterno”, sì, ma solo “finché dura”…
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DIPINTO DI ANDRE KOHN
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LA FRASE DEL GIORNO
Ora lo so di certo e per sempre, per quanto abbia cancellato del nostro ridestato amore: la sua memoria è ancora lì.
KENNETH REXROTH, In Defense of the Earth
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