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giovedì 24 dicembre 2015

Notti sante

 

TADEUSZ KANTOR

NOTTE SILENZIOSA

Perdute nel calendario.
Ci sono state nella mia vita molte
di queste n o t t i s a n t e.
Ma ne ho serbata
una.
Inverno.
Neve fin dove arriva lo sguardo.
Un cielo nero scintillante di stelle.
Sotto quel cielo
stavamo in piedi io e mia sorella,
tenendoci per mano,
la testa verso l'alto,
cercavamo quella
stella di Betlemme.
Avevamo solo pochi anni.

A casa, la famiglia alla messa della
vigilia di Natale,
l'abete, il vecchio prete,
San Niccolò, nel quale ho riconosciuto
il nostro sacrestano.
Siamo corsi fuori di casa,
nella notte,
c’eravamo noi due soli,
aspettavamo qualcosa...
Chissà...
Poi siamo corsi giù
verso la stalla,
per sentire come gli animali
parlano la lingua degli uomini.
Di colpo sono arrivate le slitte,
il cocchiere con una torcia,
siamo saliti in quelle slitte
e raggomitolati aspettavamo...
I bambini aspettano sempre qualcosa d’importante...
Durante una notte simile può succedere di tutto...

La notte
come una fanciulla
amata
attesa con nostalgia.

È stato in una notte come quella che
cominciò il mio teatro,
la Povertà,
la felicità e i PIANTI,
e l’amore...
Lentamente si compiva il
m i r a c o I o,
l ’ a r t e.
I bambini aspettano sempre.
Per tutta la vita ho aspettato
qualcosa che, credevo,
sarebbe avvenuta.

(da Stille Nacht. I corsi di Avignone, Ubulibri, 1991 – Traduzione di Patrizia Valduga)

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La notte come una fanciulla attesa con nostalgia. Tadeusz Kantor, regista e scrittore polacco, ricorda così le notti di Natale. Questo miracolo è l’augurio che faccio a tutti voi, lettori del Canto delle Sirene: gustare l’attesa con la gioia allegra dei bambini.

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FOTOGRAFIA © HD WALLPAPERS

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LA FRASE DEL GIORNO
Natale non è una data, bambini, è uno stato d’animo.
MARY ELLEN CHASE




Tadeusz Kantor (Wielopole Skrzyńskie, 6 aprile 1915 – Cracovia, 8 dicembre 1990), pittore, scenografo e regista teatrale polacco, tra i maggiori teorici del teatro del Novecento. Denunciando il conformismo del teatro contemporaneo, presentò il suo teatro come una sfera di comportamento artistico dove tutte le linee di demarcazione convenzionali sono state soppresse.



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