ZBIGNIEW HERBERT
DUE GOCCE
I boschi bruciavano -
e loro
s’intrecciavano le mani intorno al collo
come mazzi di rose
la gente correva nei rifugi -
lui diceva mia moglie ha capelli
in cui ci si può nascondere
avvolti nella stessa coperta
sussurravano parole prive di vergogna
litania d’innamorati
Quando il pericolo era grande
si saltavano negli occhi
chiudendoli forte
così forte da non sentire il fuoco
che gli arrivava alle ciglia
fino alla fine coraggiosi
fino alla fine fedeli
fino alla fine somiglianti
come due gocce
sospese sull'orlo d’un viso.
(da Struna światła, 1956 – Traduzione di Pietro Marchesani)
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L’amore come salvezza, come isola, come tutto. L’amore capace di superare la guerra, il rischio, l’orrore. Il poeta polacco Zbigniew Herbert mette in scena una coppia che dimentica la paura e consapevolmente sfida il male e la barbarie facendo l’amore sotto i bombardamenti. Un “make love not war” anticipato di quasi una trentina d’anni…
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EGON SCHIELE, “L’ABBRACCIO”
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LA FRASE DEL GIORNO
L'amore non è tutto, ma ha qualcosa in più di tutto.
VANNUCCIO BARBARO, Scartafacci
Zbigniew Herbert (Leopoli, Ucraina, 29 ottobre 1924 – Varsavia, 28 giugno 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco. Discendente del poeta inglese George Herbert, durante la Seconda guerra mondiale prese parte alla Resistenza contro i nazisti. Esordì nel 1950 e la sua opera più nota è Il signor Cogito. Esule a Parigi dal 1986 al 1992 , tornò in Polonia dopo il trionfo di Solidarność.
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