EUGENIO MONTALE
IL CAVALLO
Io non sono il cavallo
di Caracalla come Benvolio crede;
non corro il derby, non mi cibo di erbe,
non fui uomo di corsa ma neppure
di trotto. Tentai di essere
un uomo e già era troppo
per me (e per lui).
(Da Diario del ’71 e del ’72, Mondadori, 1973)
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“La poesia che le pagine restituiscono è quella piana, appena mormorata, a volte inudibile, di un’esistenza confusa con l’ombra” scriveva Giorgio Zampa a proposito di Diario del ’71 e del ’72, raccolta del Premio Nobel Eugenio Montale (1896-1981). È una poesia che osserva sì diaristicamente lo scorrere dei giorni, ma che è pervasa qua e là da considerazioni introspettive - “Il cavallo” risale al 3 gennaio 1972, quando l’autore ha già passato i settantacinque anni - e di riflessioni che tracciano il bilancio di una vita: “Non sono un Leopardi, lascio poco da ardere / ed è già troppo vivere in percentuale. / Vissi al cinque per cento, non aumentate / la dose”.
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UGO MULAS, “EUGENIO MONTALE E L’UPUPA”, 1970
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LA FRASE DEL GIORNO
È inutile l’impresa di chi tenta / di rinchiudere il tutto in qualche niente / che si rivela solo perché si sente.
EUGENIO MONTALE, Diario del ’71 e del ’72
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