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domenica 12 luglio 2015

Il silente abbandono

 

ATTILIO BERTOLUCCI

D’OGNI ISTANTE LA MENTE S’INNAMORA

D’ogni istante la mente s’innamora
come fa la farfalla che guardiamo
dimentichi, seduti sul mattone
consunto, ancora in ombra, della soglia,
svegliandoci dubitosi, le mani
calde allacciate alle ginocchia.
Quanto dura il silente abbandono,
la pace, il muovere lento del sole
nel volo sù sù per l’aria celeste
di fumo che si sfa?
Oh, infinitamente se perduto
che ha l’occhio il palpitare irragionevole
stanco ritorna a terra e d’improvviso
ci sorprende alle spalle una presenza,
la nostra fanciullezza troppo mite
scolora in volto, l’ora brucia.
Così eccoci, non lontani dal punto,
la soglia porosa, ove sedevamo, l’inverno
accettato da tutti qui. Il tempo
è un battito di minuti che si sente
a intervalli e si perde e ritrova
senza spavento, mentre l’ultima
luce del giorno s’apprende a un comignolo
solitario, al curvo viandante
che se ne va e non torna sino all’anno
nuovo. Allora si sarà aperta l’aria
un’altra volta, le strade tenere
nel disgelo porteranno qua e là
in una confusione di raffreddori e di auguri,
i piccioni nel prato, le lenzuola nel cielo
la posta del mattino azzurra fra le mani.

(da La capanna indiana, 1951 - Frammento escluso) 

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Questo lungo frammento non fa parte dell’edizione definitiva del poemetto di Attilio Bertolucci La capanna indiana, massima espressione della sua poetica dell’idillio campestre, del quotidiano degli affetti, della memoria dell’infanzia e del tempo che fu che ritorna ciclicamente con le stagioni. Naturalmente ne ha però lo stesso afflato, la stessa coscienza del tempo che scorre sui ritmi dell’anno: è addirittura quasi una summa, una specie di riassunto dell’intero poemetto – ed è forse questa la ragione per cui è finito escluso.

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Joy

BECKY JOY, “FARM AND TREES”

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LA FRASE DEL GIORNO
Un luogo è quale stilla nella mente / del fanciullo ai giorni che la rondine / va e torna… / Qui siamo giunti dove volevamo.
ATTILIO BERTOLUCCI, La capanna indiana




Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.


4 commenti:

  1. grazie per questa delizia d'estate, quando porgiamo più attenzione alle cose che alle " voci"


    francesca

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  2. La stagione consente di interagire meglio con la natura

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  3. come una bravissima massaia che "ordina" con amore la sua casa e la sua giornata.:)

    ciaoo Vania:)

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  4. Bertolucci ama questo ordine del tempo, lo scorrere delle stagioni

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