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lunedì 27 luglio 2015

Colombaia dorata

 

ANNA ACHMATOVA

VENEZIA

Colombaia dorata sull’acqua,
tenera e verde struggente,
e una brezza marina che spazza
la scia sottile delle barche nere.

Che dolci, strani volti tra la folla,
nelle botteghe lucenti balocchi:
un leone col libro su un cuscino a ricami,
un leone col libro su una colonna di marmo.

Come su di un’antica tela scolorita,
il cielo azzurro fioco si rapprende…
ma non si è stretti in quest’angustia,
e non opprimono l’umido e l’afa.

1912

(da La canna, 1936)

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Il fascino sottile di Venezia ha sempre colpito artisti, pittori, musicisti, scrittori e poeti: la sua unicità che ne fa come una nave pronta ad affondare, i suoi sestieri, i ponti sui rii, le calli dove il vento si infila, le botteghe luccicanti di merci dove si mischiano spesso i riflessi delle acque della laguna donano fertile ispirazione anche ad Anna Achmatova, poetessa russa, capace di trovare nuove analogie.

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Djukaric

DUSAN DJUKARIC, “VENICE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Venezia è come mangiare tutta in una volta una scatola di cioccolatini al liquore.
TRUMAN CAPOTE, Observer, 1961




Anna Andreevna Achmatova, pseudonimo di Anna Andreevna Gorenko (Bol'soj Fontan, 23 giugno 1889 – Mosca, 5 marzo 1966), poetessa russa. Fu osteggiata dal regime sovietico per il suo “estetismo” e per il “disimpegno" politico”. La sua poesia spesso scarna, libera dalle analogie simboliche, scolpita fino all'osso, si veste di un’ironia e di una malinconia che sconfinano nel disincanto.


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