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venerdì 8 maggio 2015

Mia sete

 

EDUARDO CARRANZA

SONETTO ASSETATO

Mio tu. Mia sete. Mia attesa. Mio ti amo.
Coltello e ferita che lo racchiude.
La risposta che aspetto quando chiamo.
La mia mela del cielo e della terra.

Mio per sempre e mio mai. Mia acqua leggera,
sonora e azzurra. Mio amore e mio simbolo.
La pelle infinita. La rosa folle.
Il giardino emaciato che mi sogna.

Stellare insonnia. Quello che mi manca.
La mela ancora. La sete. La seta.
Il mio cuore senza uso di ragione:

mi manchi tanto in questa lontananza,
ogni sera, ogni notte, ogni giorno,
proprio come se mi mancasse il cuore.

(Soneto sediento, da El olvidado, 1949)

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La lontananza che trasforma l’amore in un sensuale e romantico desiderare – la sete, appunto - è il tema di questo sonetto del poeta colombiano Eduardo Carranza, giornalista, diplomatico, precursore del movimento “Piedra y Cielo”: in un fiorire di simboli l’amore divampa nell’assenza dell’amata tanto da diventare tutto quanto l’essere del poeta.

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Perez

FABIAN PEREZ, “BLACK SUIT RED WINE”

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LA FRASE DEL GIORNO
L’amore si nutre di assenze e si sazia di presenze.
GUIDO ROJETTI, L’amore è un terno (che ti lascia) secco




Eduardo Carranza Fernández (Apiay, 23 luglio 1913 - Bogotá, 13 febbraio 1985), poeta colombiano. Nella sua opera, di tendenza classicista, il mondo dell'infanzia emerge arricchito di nuove esperienze nel quadro del paesaggio americano. La sua poesia si evolve dalla celebrazione della vita, dell'amore, dell'illusione e del fascino dell'esistenza, al riconoscimento, già nella maturità, del disincanto, della delusione del vivere.



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