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mercoledì 8 aprile 2015

Una nuova stella

 

WISŁAWA SZYMBORSKA

ECCESSO

Hanno scoperto una nuova stella,
ma non vuol dire che vi sia più luce
e qualcosa che prima mancava.

La stella è grande e lontana,
tanto lontana da essere piccola,
perfino più piccola di altre
assai più piccole di lei.
Lo stupirsi non sarebbe qui affatto strano
se solo ne avessimo il tempo.

L'età della stella, massa, posizione,
tutto ciò basta forse
per una tesi di dottorato
e un piccolo rinfresco negli ambienti vicini al cielo:
l’astronomo, sua moglie, parenti, colleghi,
atmosfera rilassata, abito informale,
si conversa soprattutto di temi locali
masticando noccioline.

Una stella magnifica,
ma non è un buon motivo
per non brindare alle nostre signore
assai più vicine.

Una stella senza conseguenze.
ininfluente sul tempo, la moda, l'esito del match,
il governo, le entrate e la crisi dei valori.

Senza riflessi su propaganda e industria pesante,
sulla laccatura del tavolo delle trattative.
In sovrappiù per i giorni contati della vita.

A che serve qui chiedersi
sotto quante stelle nasce l'uomo,
e sotto quante dopo un attimo muore.

Nuova.
- Mostrami almeno dove sta.
- Tra il bordo della nuvoletta bigia sfilacciata
e quel rametto, più a sinistra, di acacia.
- Ah, eccola - dico.

(Nadmiar, da Gente sul ponte, 1986 – Traduzione di Piero Marchesani)

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“Hanno scoperto una nuova stella” dice con ironia la poetessa polacca Wisława Szymborska. In evento che può sollevare entusiasmo “negli ambienti vicini al cielo”, negli astronomi, negli scienziati, ma che risulta infine “ininfluente” se è vero che non vi è più luce, anzi il mondo continua a girare sul suo passo, con le sue crisi e i suoi problemi, con le sue industrie e le trattative.

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FOTOGRAFIA © PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Non devo attendere una notte serena, / né alzare la testa, / per osservare il cielo. / L’ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
WISŁAWA SZYMBORSKA, Vista con granello di sabbia




Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), poetessa e saggista polacca, insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996 “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d'umana realtà”.


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