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martedì 28 aprile 2015

L’eco di una conchiglia vuota

 

GONZALO MILLÁN

IMPRONTA SULLA SABBIA

Prima che giunga la voce della marea
e il bianco bollire d’uovo della spuma,
ascolto l’eco di una conchiglia vuota
come il silente incavo d’aria scura
che rimane in ogni impronta di un passo.

(Paso por la arena, da Relación personal , 1968)

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Ancora il mare, ancora la solitudine di una spiaggia: il poeta cileno Gonzalo Millán, rappresentante della “Generazione del Sessanta”, postavanguardia che trova ispirazione nella pop art e che tende a mediare poesia e plastica con l’osservazione degli elementi e la loro trasposizione, trova la sua arte resa visibile nelle impronte sulla sabbia, effimere perché presto verrà l’onda di marea a riempirle e cancellarle.

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Impronta

FOTOGRAFIA © PINTEREST

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LA FRASE DEL GIORNO
Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente.
GUSTAVE FLAUBERT, Attraverso i campi e lungo i greti




Gonzalo Millán Arrate (Santiago, 1° gennaio 1947 – 14 ottobre 2006), poeta cileno. Considerato una delle figure più importanti della cosiddetta generazione degli anni Sessanta, di cui fu il più giovane rappresentante, ha fondato e diretto la rivista di poesia El Espíritu del Valle. Fu anche traduttore dall'inglese, dal francese e dall'olandese.


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