RINA DURANTE
ALLA “GROTTA DELLA POESIA” DI ROCA VECCHIA
Se mi siedo sul ciglio
di questa voragine
scavata nei sassi,
se m’affaccio a guardare
nel piccolo specchio d’acqua
del fondo,
e mi metto ad ascoltare
il tonfo del mare,
e sento tra le dita
la grana antica di questa terra,
comprendo che siamo rimasti noi soli
e i pallidi voli
di qualche gabbiano.
Antica “Poesia”,
poesia dimenticata,
la tua voce rimane inascoltata
come la mia.
Mi calo nel tuo fondo
e canto,
tanto
non ci ascolta nessuno,
perché diciamo le stesse cose,
perché abbiamo la stessa voce
antica e triste del passato.
(da Il tempo non trascorre invano, 1951)
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Roca Vecchia è un villaggio salentino sull’Adriatico nei pressi di San Foca. Tra le sue attrattive ci sono le Posie, due grotte carsiche cui sono crollati i tetti, conosciute come “Grotte della Poesia”, nelle quali l’acqua marina arriva attraverso un breve canale percorribile a nuoto o in barca. La scrittrice Rina Durante, nativa della vicina Melendugno, siede ad ascoltare la voce del mare risucchiata dalla grotta e medita sul valore delle radici – tema a lei molto caro – e sulla condizione della poesia.
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ROCA VECCHIA, GROTTA DELLA POESIA - FOTOGRAFIA © PSYMARK – OPERA PROPRIA
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia, dopo tutto, è un tentativo di trasmettere sentimenti, umori, stati d'animo, e persino pensieri che sono difficili da afferrare e che sembrano sfidare il linguaggio in prosa. E in effetti alcuni sentimenti eludono del tutto il linguaggio, e persino la poesia.
JEFFREY MOUSSAIEF MASSON
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