“L’improvviso raggiare del sole di marzo” ricordato dal riservato poeta siciliano Lucio Piccolo è il segno del risveglio, del primo sorgere della nuova stagione, che ci fa pensare che tutto è possibile, che la vita rinasce con la “terra che s’illumina nel sole”, come quello che tinge d’oro un intenso tramonto milanese nei versi di Alfonso Gatto.
.CAMILLE PISSARRO, “SOLEIL DE MARS SUR PONTOISE”
LUCIO PICCOLO
MOBILE UNIVERSO DI FOLATE
Mobile universo di folate
di raggi, d’ore senza colore, di perenni
transiti, di sfarzo
di nubi: un attimo ed ecco mutate
splendon le forme, ondeggian millenni.
E l’arco della porta bassa e il gradino liso
di troppi inverni, favola sono nell’improvviso
raggiare del sole di marzo.
(da Canti barocchi e Gioco a nascondere, Scheiwiller, 2001)
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ALFONSO GATTO
UNA SERA DI MARZO
Fu in quel tempo di marzo che nel cielo
guardando alla città di sera, al volo
delle sue prime rondini, più solo
mi vidi, ma con tutti. Come a un gelo
dischiuso dal tepore, gli occhi fissi
all’accadere di quel mutamento,
ricordavo nel vivere che vissi.
E distratto così nel farmi intento
al mio segreto sorgere dal nulla,
trovavo nella voce le parole
da raggiungere, padre, madre, culla,
la terra che s’illumina nel sole.
Nel cielo di Milano d'agro e d'oro
nella sera di marzo, per l'oriente
affacciata a guardare era la gente
della mia voce e del mio volto, coro
di povertà che invoca dalle cose
il suo nome perpetuo. Non rispose
l'azzurro che vedevo farsi oscuro
presentimento, non rispose il muro.
(da La storia delle vittime, Mondadori, 1966).
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LA FRASE DEL GIORNO
Giovino ai bianchi fiori, / ai primi, lungo un ramo senza verde / negli orti neri di terra bagnata, / le tue clemenze disattente, o marzo.
LUIGI FALLACARA
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