DIEGO VALERI
MARE-COLORE
Mare fanciullo insaziato di giuoco,
vecchio mare insaziato di pianto,
tu che sei lampo e fango
e cielo e sangue e fuoco,
oggi hai lasciato alle lente rive
orgoglio e forza, gaiezza e dolore:
oggi non sei che colore,
un bel colore che vive.
(da Poesie, 1962)
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Il mare compie continue metamorfosi, sa presentarsi come una tavola liscia oppure come un ribollire schiumoso di onde, sa essere uno specchio che riflette i raggi del sole o una lastra d’ardesia su cui cadono i raggi della luna, o ancora può infiammarsi dell’arancione di un tramonto o accogliere la nascita dell’alba in un frantumarsi di specchietti dorati. In questa poesia di Diego Valeri sembra mescolarsi con il cielo, diventare puro colore.
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CLAUDE MONET, “LA MER À POURVILLE”
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LA FRASE DEL GIORNO
A distanza di migliaia di secoli il mare è ancora lì a testimoniare una verità il cui significato spesso ci sfugge. Nessuna conoscenza, nessuna sensazione, nessuna esperienza è superiore a quella del mare.
ROMANO BATTAGLIA, Fra le braccia del vento
Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.
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