OSKAR PASTIOR
NOTTURNO
Stranamente il vino blu
si è fatto notte
nella pozione della civetta.
Notte della sapienza isoscele,
cielo dell'intendere dalla rotondità di pesca.
Splendidi sono cresciuti nello sguardo
della civetta i favi levigati
della caraffa squillante,
i favi delle formule ebbre,
le celle dei sentimenti dalle ali svolazzanti.
Nottetempo la sobrietà
si è fatta ebbra.
Squillanti i baci
sono diventati civette
nel vino blu.
Strani i tuoi seni
guardano con pupille d'ambra
dalla caraffa levigata.
Fidente ora mi fa cenno la simmetria delle pesche,
lungo è il fruscio nella selva di croci alle finestre,
calda bevo la sabbia stellare
dalle piume azzurre
dei tuoi capelli.
(da Poesia n. 293, Maggio 2014, Traduzione di Gio Batta Bucciol)
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Oskar Pastior, poeta e traduttore tedesco di natali romeni, era membro dell’Oulipo, l’Officina di Letteratura Potenziale che usa vincoli e restrizioni per incanalare l’ispirazione e guidare la creazione di un’opera: plasma quindi la lingua come uno scultore, o come un pittore materico – dalle associazioni fonetiche e dai suoi giochi di parole esce una poesia d’amore che è una specie di dipinto surrealista con bagliori qua e là chagalliani e picassiani.
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LITOGRAFIA DI MARC CHAGALL
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LA FRASE DEL GIORNO
Ora notturna, c’è poesia nel tuo silenzio e malinconia nella tua grazia solitaria; tu m’intenerisci il cuore e lo consoli; tu ci parli di tutto quello che non esiste più e di tutto quello che deve morire, ma ci dici: «Coraggio!» e ci prometti il riposo.
HENRI-FRÉDÉRIC AMIEL, Grani di miglio
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