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giovedì 29 gennaio 2015

Forse il mio cuore è il mondo

 

ELSE LASKER-SCHÜLER
SOLO TE

Il cielo si porta nel cinto di nuvole
La luna ricurva.

Sotto la forma di falce
Io voglio riposarti in mano.

Sempre devo fare come vuole la tempesta,
Sono un mare senza riva.

Ma poiché tu cerchi le mie conchiglie,
Mi si illumina il cuore.

Stregato
Giace sul mio fondo.

Forse il mio cuore è il mondo,
Batte -

E cerca ancora te -
Come ti devo invocare

(Nur Dich, da Ballate ebraiche, 1912 - Traduzione di Nicola Gardini)

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Un senso di abbandono attraversa come una vena sotterranea tutta l’opera poetica di Else Lasker-Schüler, voce della poesia ebraica tedesca: orfana dei genitori a vent’anni, due mariti lasciati per strada, la morte di cari amici e del figlio Paul, costretta all’esilio nel 1933 dall’avvento del nazismo, abbandonata forse anche dal Dio dei campi di sterminio. Eppure voce che canta incessante, che non dispera ma continua a invocare.

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Nolde

EMIL NOLDE, “HALBMOND ÜBER DER MEER”

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LA FRASE DEL GIORNO
Io costeggio l’amore nella luce del mattino, / Da molto vivo dimenticata – nella poesia.
ELSE LASKER-SCHÜLER




LaskerElse Lasker-Schüler, all'anagrafe Elisabeth Schüler (Elberfeld, 11 febbraio 1869 – Gerusalemme, 22 gennaio 1945), poetessa tedesca. Frequentò l’ambiente espressionista, i cui autori la sostennero economicamente dopo il secondo divorzio. Nel 1933, pochi mesi dopo aver vinto il Premio Kleist, emigrò a Zurigo in seguito alle minacce naziste.


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