ALFONSO GATTO
INVERNO A MILANO
Vedete là nel cielo, in quel piccolo sole
d’inverno tra le nebbie, un ricordo del sole?
Come la luna guarda e si lascia guardare.
Milano a mezzogiorno è già crepuscolare.
E gli alberi anneriti in quel freddo d'argento
hanno rami gentili, a tratti passa il vento,
un vento senza voce, a poco a poco imbruna.
Solo il piccolo sole come una grande luna.
Così il Duomo fiorito di grigio e di lichene
appare nelle nebbie delle notti serene.
(da Il Vaporetto, Nuova Accademia, 1963)
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Una decina giorni fa, intorno a Natale, una nebbia abbastanza insolita ha invaso queste lande e anche la città di Milano – insolita perché ormai rari sono i nebbioni di una volta per merito (o colpa?) della cementificazione. Comunque, nel cielo del mattino brillava a tratti quel sole simile a una luna, a una particola appena luminosa nel grigio totale che avvolgeva le strade e i giardini. Quel sole che ritrovo adesso nella poesia di Alfonso Gatto, così come quelle antiche nebbie capaci di trasformare in un gotico fantastico il volto delle città.
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FOTOGRAFIA © ROGER FORD
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LA FRASE DEL GIORNO
C'è della gente che parla male della nebbia di Milano. Io non conosco quella degli altri paesi, ma questa di Milano è una gran nebbia, simpatica, affettuosa, cordiale. Ti fascia tutto come una carezza.
CARLO CAMPANINI, Catene invisibili
Alfonso Gatto (Salerno, 17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976), poeta e scrittore italiano. Ermetico, ma di confine, giornalista e pittore, insegnante di Letteratura all'Accademia di Belle Arti, collaboratore di “Campo di Marte”, la sua poesia è caratterizzata da un senso di morte che si intreccia al vivere.
...quasi rassicurante qui la nebbia...specie nella frase del giorno...soggettiva interpretazione da tenerMI a mente nelle mattine della mia pianura padana.....
RispondiEliminap.s...certa che non cederò alla carezzevole rassicurazione..;)..:)
ciaoo Vania:)
È un discorso che già facemmo: la nebbia come madre oppure come matrigna. Rassicura oppure disorienta, ha molte facce
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